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martedì 6 dicembre 2011

A teatro!


La recita di Irene e Letizia


Abbiamo pensato, dopo la performance del PAI, di offrire un momento spettacolare. L’idea era quella di presentare due distinte situazioni quella impersonata dalla  “maschera tragica” cioè del disagio e del senso di impotenza di fronte alla gravità del rapporto con la persona che richiede assistenza e quella che offre la via d’uscita nel rispetto del “sogno” che ogni operatore ha avuto nell’avvicinarsi a questo lavoro. 


L’idea della drammatizzazione a scopo formativo, in nuce nella presentazione del PAI, si è sviluppata e ha trovato la sua consacrazione nella performance finale di Irene Bruno e Letizia Espanoli che rivelando una insospettabile perizia scenica, hanno catturato non semplicemente l’attenzione ma anche la più profonda anima emotiva della gente interpretando i due personaggi che ci eravamo proposti di rappresentare.

La prima (Irene) ha portato sull’improvvisato palcoscenico tre figure drammatiche riferite al rapporto operatore - utente demente, operatore - utente incontinente e, da ultima, quella del parente che deve elaborare il senso di colpa per l’istituzionalizzazione della madre.
Per vedere il video clik qui
La seconda (Letizia) ha invece sollevato gli animi, ha aperto l'intervento dichiarando che il suo sogno è che si possa fare questo lavoro soffrendo di meno. Ha ricordato che i sogni hanno bisogno di coraggio e passione. Ha fatto l’elogio del desiderare riferendosi all'etimologia della parola. De-siderare: togliere dalle stelle, togliere dal potere immutabile segnato dalle stelle e porre davanti a noi ciò che con la nostra opera vogliamo realizzare. Per vedere il video clik qui 
E questa è la frase con cui si è chiuso il suo monologo: “… c’è una sola parola che conta: Vita! E ogni sera ci dobbiamo domandare quanto vita siamo riusciti a portare nella nostra vita e nella vita delle persone di cui ci siamo presi cura. Abbiamo un solo obbligo: essere persone felici!!”

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